Mine Crime, un osservatorio digitale sulla sicurezza. Giacomo Salvanelli è CEO e co-founder insieme a Samuel Piatanesi (CTO) e Luca Ruschioni (Database Manager e UX/UI Lead).
di Enzo Argante
Analisi dei dati sulla criminalità urbana. Progetto convincente e mai come oggi attuale.
Questo progetto si inserisce in quella che è una politica di gestione degli spazi pubblici in costante evoluzione. Basti pensare che alla fine del primo trimestre del 2023, a seguito dell'ultimo aggiornamento del report sulle evoluzioni dei contesti urbani delle Nazioni Unite, è stato previsto che in realtà il valore dato circa un anno prima, e cioè che entro il 2050 più del 70% della popolazione mondiale in contesti urbani in realtà si sta accorciando, cioè vuol dire che più del 70% della popolazione entro il 2045 vivrà in contesti urbani, ci pone di fronte a due grandi tematiche: da un lato la crescita repentina nel numero di persone che vivranno nel perimetro delle grandi città e, dall'altro lato, la velocità con cui le forze dell'ordine cresceranno numericamente. Quindi le amministrazioni pubbliche stanno cominciando a porre dei quesiti rispetto a che tipo di legame esiste fra la velocità con cui le persone crescono numericamente. C'è un equilibrio oppure no? Perché se le persone numericamente crescono molto più velocemente delle forze dell'ordine, vuol dire che le forze dell'ordine a livello individuale si troveranno a monitorare un numero sempre più ampio di persone e questo porta a un sostanziale problema: come poter facilitare il monitoraggio degli spazi pubblici dove noi tutti viviamo attraverso un ruolo sicuramente più attivo dei cittadini, delle aziende, delle università, dei centri di ricerca, che dovranno tutti collaborare attraverso un flusso dati, un passaggio di informazioni integrabili e potenzialmente utilizzabili per ottimizzare i processi di gestione.
Della sicurezza di chi stiamo parlando. Cittadini, infrastrutture critiche, dentro e fuori casa o impresa, scuole… Tutti insieme?
Oramai si parla di un concetto abbastanza inflazionato, ed è quello del phygital, cioè la sicurezza è ovunque, si parla di una sicurezza complessiva a 360 gradi. Il rischio è ovunque, quindi diciamo sia applicato al mondo digitale che al mondo fisico. Quando entriamo nel mondo fisico naturalmente ci riferiamo a che cosa ha la cittadinanza, ai contesti urbani ed extraurbani entro quali viviamo. Contesti che sono popolati da persone, aziende e infrastrutture immobili e n altri asset, quindi il tema della sicurezza oggi più che mai diventa preponderante non solo per il singolo cittadino e lo vediamo anche attraverso i mezzi di comunicazione di massa ad oggi che ha un tema estremamente ricorrente, ma diventa fondamentale per le amministrazioni pubbliche. Non a caso secondo gli ultimi risultati dell'osservatorio del Politecnico di Milano su quelle che sono le necessità, le prime tre necessità dell'amministrazione pubblica per i prossimi vent'anni sono turismo, sicurezza e mobilità, ma all'interno di questi contesti ci sono le aziende, le Corporate, le infrastrutture spesso di proprietà dell'amministrazione pubblica, ma molto spesso anche di proprietà delle Corporate delle aziende, quindi il tema della sicurezza è preponderante perché i rischi che questa porta con sé possono impattare non solo sulla vita quotidiana di ognuno di noi, di ciascun cittadino, ma anche sul corretto funzionamento delle Infrastrutture, dei mezzi, degli asset che popolano le città in cui viviamo. Quindi sì, è un è un tema trasversale che riguarda tutti.
Quanto e come l’analisi dati di Mine Crime può incrementare la sicurezza?
Come i dati di MineCrime possono aiutare il tema della sicurezza urbana e della sicurezza in generale? C'è un numero che per me è abbastanza significativo segnalato dal Ministero dell'Interno nell'ultimo report di aggiornamento a fine maggio 2023 sull'andamento della criminalità nelle nostre città. Secondo il Ministero, il tasso di denuncia in Italia è del 43,8%. Vuol dire che, mediamente, se la matematica non mi inganna, del 56,2% totale non viene denunciato e né segnalato, perlomeno non viene denunciato ufficialmente, ma è avvenuto. Quindi, un piccolo scippo, una piccola aggressione, un piccolo furto o anche un crimine violento o altro sono comunque avvenuti, ma non vengono denunciati ufficialmente. Considerate che in Italia ad oggi ci sono più di 1.200 piattaforme digitali, alcune più istituzionali di altre, dove i cittadini mediamente ogni giorno vanno a condividere informazioni e dati rispetto a fenomeni di criminalità di grado urbano che hanno direttamente o indirettamente esperito. Considerate che oggi il quantum di eventi che vengono condivisi attraverso queste piattaforme digitali e non solo sono mediamente in un anno circa 2 milioni e 100.000. Il che vuol dire in media 4,54/5,20 segnalazioni ogni singolo minuto della giornata. Ora tutti questi dati non vengono denunciati ufficialmente, rimangono in questo etere digitale scollegato fra loro; quindi, ci sono registri digitali che non parlano con alcune banche dati aperte o semi aperte, ci sono gruppi social network istituzionali e qualificati come forum, blog. Ci sono tante tante piattaforme, ripeto più di mille, che non parlano fra loro. Non parlando fra loro è impossibile, quindi, creare un sistema univoco e unico di raccolta, censimento, analisi di questi dati che comunque fanno parte del sommerso. Una parte consistente chiaramente della criminalità urbana delle città nelle quali viviamo. Che cosa fa MineCrime? Di fatto aggrega queste fonti dati. Oggi la nostra tecnologia che unisce diverse funzioni di data mining, natural languages, Processing in grado di estrapolare in maniera costante, incrociare, verificare, ripulire e geolocalizzare tutti questi dati che vengono condivisi su queste migliaia di piattaforme. A questi dati che vengono raccolti, puliti, verificati e geolocalizzati vanno ad aggiungersi anche i dati che noi raccogliamo oggi dall’offline. Quando parliamo di offline ci riferiamo ad esempio alle banche dati delle forze di polizia municipale, alle associazioni di categoria delle banche dati delle grandi aziende con cui noi lavoriamo, gli enti del terzo settore perché per il tramite del Freedom of Information Act sono costrette a condividere questi dati, purchè non siano una minaccia. Noi prendiamo questi dati dalle grandi amministrazioni pubbliche, le forze di polizia municipale, gli enti del terzo settore generalmente pubblici con cui noi lavoriamo, che sono grandi grandi aziende, li aggregriamo a quelli che recuperiamo online e cerchiamo di creare una fotografia statistica degli ilelciti. Quindi tuteliamo la matrice di provenienza del dato e non riveliamo nulla di sensibile, di potenzialmente critico per l'azienda, ma quel dato diventa una parte del database di cui possono beneficiare tramite modelli di rischio anche altre aziende che operano magari in Industry parallele, quindi ha una condivisione di dati, di informazioni trasformati a beneficio di tutti.
Qualche case history che possiamo condividere? In quali settori?
Ci sono secondo me un paio di storie piuttosto importanti. Allora, una è sicuramente quella relativa a quello che noi definiamo più un partner che un cliente, anche se poi di fatto è un cliente molto molto grande, che è Ferrovie dello Stato, con cui noi lavoriamo e di cui siamo fornitori affezionatissimi perché Ferrovie dello Stato all'interno del gruppo ha una società che è RSI, quindi rete ferroviaria italiana, la quale ha il ruolo di gestire tutti gli ospiti infrastrutturali e patrimoniali del gruppo di stazione rete ferroviaria immobili e via dicendo. Per gestire al meglio l'analisi dei rischi legati a tutti questi asset, loro utilizzano una piattaforma che si chiama Stationland, dentro cui piattaforma loro processano n migliaia di variabili di sicurezza pubblica urbana, le condizioni meteo, le condizioni idriche, di tutto e di più. Noi alimentiamo la loro piattaforma con i nostri dati sui fenomeni di criminalità, di degrado urbano e con i nostri modelli di rischio. Questo come ottimizza le loro attività di gestione del rischio? Immaginate essere il security manager della società FS Security, del gruppo a cui viene dato magari un certo budget da investire per implementare le misure di sicurezza, installare telecamere e disporre le guardie armate, bloccare accessi pedonali piuttosto che aprirne dei nuovi. Chiaramente queste scelte comportano investimenti spesso consistenti da un punto di vista finanziario, richiedono un'analisi del rischio, quindi io dove vado a installare le telecamere? Con quale criterio le installo? Prima di MineCrime questo tipo di assessment veniva fatto aggregando dati comunali, prende questo dato per capire che magari ci sono state 100 rapine a Roma, faccio l'esempio, ma non solo, l'effettiva location di questa rapina. Quindi, seppure a livello concettuale, so che Roma Termini è più rischiosa magari di Roma Trastevere statisticamente parlando, però di fatto su quali lati di Roma Termini vado ad investire? È più pericoloso via Giolitti o via Marsala? Oppure Piazza dei Cinquecento? Il lato Sud Est della stazione, del cavalcavia che diciamo che passa sotto l'anello ferroviario? Quali sono i lati più scoperti? Perché poi la telecamera si deve installare in punti precisi. Quindi con i nostri dati geolocalizzati ora RSI ha un dettaglio stradale dell'andamento del rischio e grazie a questo dettaglio stradale possono investire il loro denaro in materia di sicurezza in maniera quanto più precisa e soprattutto data driven possibile. L'altro caso che secondo me è piuttosto significativo e interessante è il progetto con la Bocconi. Passiamo proprio da un’industria all'altra, completamente diversa. La Bocconi è stata uno dei nostri primi clienti perché il campus universitario è uno dei primi campus in Italia ad essersi dotato di una software, quindi di un Security Operation Center, che gestisce tutto il ramo Security. Quindi, all'interno e all'esterno del campus fino ad oggi loro utilizzavano in qualche modo una raccolta dati e un'analisi dati che era assolutamente sporadica, non strutturata e, soprattutto, non geotetica, quindi non puntuale nello spazio. Era poco funzionale allo sviluppo di politiche efficaci di gestione del rischio dentro e fuori dal Campus. Noi con i nostri dati, la nostra piattaforma abbiamo da un lato ottimizzato e facilitato a livello digitale la raccolta dei dati, ma dall'altro lato anche ottimizzato l'analisi di quei dati in modelli di rischio dinamici dentro e fuori, quindi oggi il dispiegamento delle forze di sicurezza, delle guardie Armate avviene anche grazie al nostro set informativo finalizzato a creare un contesto percepibile come più sicuro, più efficace ed efficiente anche nel nello spazio del campus.
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